Della mia non brillante prestazione alla recente MILANO CITY RACE, subito dopo gara sapevo già tutto: dov’ero andato BENE (cioè orientamento ok e buona velocità), dov’ero andato MENO BENE (orientamento ok ma velocità ridotta), e dov’ero andato MALE (orientamento ko, tratti di tratta errati, velocità scarsa…). Gli split-times poi me l’hanno impietosamente confermato. E quindi ho voluto fare una prova: misurare quanto incidono tali ‘distrazioni’ nel risultato finale. Dato che i pareri sono piuttosto contrastanti, nella teoria, ho voluto fare la prova pratica. Così stamattina mi sono ripresentato sul luogo del …delitto (cioè la Partenza, alla Cariplo) e, cartina e bussola alla mano, come domenica, e con le stesse scarpette, ho rifatto il medesimo giro di M55, fermandomi ad ogni ‘lanterna’ per 4″ (mio tempo medio). Domenica avevo concluso la mia gara in 24’20”; stamattina in 17’58”. Con un ‘risparmio’ di 382″ (cioè di oltre il 26%).
Considerazioni: d’accordo che oggi conoscevo il percorso in anticipo. Quanto può valere tale ‘vantaggio’? diciamo un 10%? senza quelle 3 ‘distrazioni’ quindi non è insensato pensare che l’avrei conclusa con un 26-10=16% in meno, cioè con un tempo di circa 21’50”. Praticamente subito dietro all’amico Riccardo Brambilla…
Morale: vietato distrarsi in gara e, se si tratta di gare in Città, una volta scelto (bene) il percorso, darci dentro a manetta!! in sintesi: una BUONA DOPPIA VELOCITA’: di lettura carta e di gambe. A coordinare il tutto: sua Maestà il Cervello!!